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2015, l’anno cardine

Paolo Verri ((Opinione – In Stefano Rolando, Citytelling , Egea novembre 2014.))

Responsabile Eventi Padiglione Italia Expo 2015 – Direttore Matera 2019 – Membro del Comitato Brand Milano

Il 2015 può essere considerato un anno cardine per il riposizionamento del brand Italia.

E’ anno mediano tra il 2011, quando si sono festeggiati con insperato successo i 150 anni dell’unità d’Italia e la coppia 2019 – 2021, anni in cui potremo – a livello culturale e turistico – giovarci rispettivamente del 500° e del 700°anniversario di Leonardo e Dante. E’ l’anno soprattutto dell’Expo, e arriva dopo la chiusura del semestre europeo di presidenza dell’Italia. All’interno di Expo, che accoglierà oltre 140 stati sia con padiglioni singoli che con padiglioni collettivi, abbiamo a disposizione del brand Italia il Padiglione che rappresenta la nazione. E’ un padiglione di straordinaria estensione, che occupa l’intero cardo del sistema urbano expo basato sulla tradizione urbanistica romana costituita da cardo e decumano, con un totale di oltre 25.000 metri quadri utilizzabili per raccontare il presente e il futuro del Belpaese. Per farlo, si è scelto di declinare il bellissimo tema di Expo (”Feeding the Planet, Energy for Life”) con un theme statement (come dicono al Bureau International des Expositions che regola gli Expo ufficiali) con il tema di “Vivaio”. Cosa vuol dire “Vivaio”? Vuol dire freschezza di offerta economica e di pensiero, rinnovamento di paesaggio e attrattività per chi arriva dal resto del mondo. Il brand Italia, una delle nazioni più desiderate al mondo – according to Simon Anholt – soffre di una identità costruita con il boom degli anni Sessanta, e a cinquant’anni di distanza, passati gli anni della contestazione e del terrorismo, affrontato il post-fordismo e chiusa l’esperienza di un ventennio dominato dall’idea di una nazione fatta di microinteressi autocelebrativi, la necessità di un refresh è evidente. Nel Padiglione Italia si potranno visitare cinque grandi mostre, partecipare attivamente (già in fase di costruzione) ad un programma di oltre 2200 eventi, e protagonisti saranno insieme i territori e le imprese, ma anche i giovani delle scuole, le decine di start up che ogni giorno nascono all’ombra dei vecchi cluster più tradizionali, i cuochi che scelgono prodotti a chilometro zero e ne innovano le forme e i modelli di degustazione, i musicisti che si formano nei conservatori e gli artisti che vogliono sovvertire l’ordine precostituito anche con la bellezza e non solo con l’ironia. Una grande occasione collettiva per ripensarsi e riproporsi al sistema mondiale non perdendo quanto di buono è rimasto del nostro patrimonio naturale e artistico, ma concordi nel pensare che si tratti solo di un favorevole punto di partenza per il nostro futuro.

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